Sbarca a Pescara per la prima volta "Sentinelle in Piedi", la manifestazione di resistenza formata da persone che vegliano su quanto accade nella società denunciando ogni occasione in cui si cerca di distruggere l’uomo e la civiltà. Alle 17:00 di domani fermi e in piedi e con un libro in mano in a Piazza Salotto, veglieranno per la libertà d’espressione e per la tutela della famiglia naturale fondata sull’unione tra uomo e donna.
Stile apartitico e aconfessionale così si definiscono gli adepti, "perché la libertà d’espressione non ha religione o appartenenza politica, una forma di testimonianza che non può escludere nessuno perché riguarda la coscienza di ogni uomo e il desiderio di infinito che tutti – anche chi ci contesta – ha in fondo al cuore."
Si veglierà in silenzio, a due metri di distanza l’uno dall’altro, leggendo un libro in segno della formazione permanente di cui tutti hanno costantemente bisogno, rivolti nella stessa direzione che è quella di un futuro migliore.
In Italia le Sentinelle in Piedi sono nate in difesa della libertà di espressione. Perché un libro? Le sentinelle leggono perché in un mondo in cui tutto viene manipolato dai mezzi di comunicazione non si accontentano di informazioni imparziali. Leggono perché non vogliono ripetere di slogan superficiali ma conoscere in profondità.
Perché un’ora? Le sentinelle stanno ferme per un’ora, perché in una società in cui tutto procede a una velocità che non consente all’uomo di riflettere vogliono prendersi il tempo per farlo. Le sentinelle scelgono il silenzio, la lettura, il tempo per restituire gli uomini a loro stessi. È questa educazione che permette alle sentinelle di accorgersi di vegliare anche per chi le contesta, rifiutando le definizioni che riducono l’identità umana a una pulsione sessuale. Le sentinelle non accettano categorie fuorvianti come “gay” o “eterosessuali”, perché sanno che servono solo a far dimenticare il valore infinito di ogni persona. Per questo le sentinelle sanno di vegliare anche per amore all’umanità di chi le contesta.
Perché in piazza? Perché la coscienza è qualcosa che dall’interno dell’uomo può cambiare il mondo, e la piazza è il luogo dove può avvenire l’incontro autentico con l’altro.